In seguito alla rovinosa caduta della Repubblica Napoletana del 1799, tra le vittime più illustri della prima Restaurazione borbonica vi fu anche l’anziano cardinale Giuseppe Maria Capece Zurlo (1711-1801), arcivescovo di Napoli dal 1782. Sulla base di un’approfondita indagine archivistica e bibliografica, l’autore ricostruisce le fasi della forzata collaborazione della Curia partenopea con le autorità repubblicane e con i vertici militari francesi e il successivo periodo dell’esilio dell’arcivescovo nel palazzo abbaziale di Loreto di Montevergine, con gravi conseguenze per il complicato governo della Chiesa di Napoli. Inoltre, nel volume viene evidenziato come lo strettissimo controllo statale sulle istituzioni ecclesiastiche rigidamente imposto da Ferdinando IV di Borbone, dalla regina Maria Carolina e dai loro più fidati consiglieri avesse contribuito a logorare non poco le relazioni tra il Regno di Napoli e la Santa Sede agli albori del XIX secolo, in un perverso intreccio tra politica e religione.