Molto si è scritto sulla presenza del mito in Pirandello, assai meno sulla presenza della fede e sull’ansia di bisogno di Assoluto che spesso si scorge nella sua scrittura, narrativa e teatrale.
Con il presente studio su Pirandello e la ricerca della fede, si inaugurano una serie di volumi sul dialogo tra teologia e letteratura.
È possibile ravvedere negli scritti del grande siciliano una chiara impalcatura religiosa, un Dio vivo e vero, che è uomo perché Dio, e Dio perché uomo.
Ovvero, con le parole di Divo Barsotti: “la religione di Pirandello è tutta qui: la solitudine infinita dell’uomo senza Dio”.
La fede è la cupa tristezza che deve essere deposta o piuttosto deve essere scoperta nella nuda domanda che non individua risposta? In Pirandello si ha la sconfortante evidenza della vuotezza, anzi della pericolosa illusorietà della fede tradizionale, ma anche il radicale e drammatico bisogno di Assoluto.