L’impegno quaresimale non parte dallo sforzo che dobbiamo compiere per esercitarci in qualche penitenza e restrizione; nasce piuttosto dal sapersi amati e circondati dall’amore del Padre. Al fine di sorreggere l’impegno per tutti i quaranta giorni è necessario tener presente nello spirito che Cristo è sempre alla porta e bussa, così come madre Teresa di Calcutta chiosa la frase evangelica: «Attendo il minimo segno di risposta da parte tua, il più lieve mormorio d’invito, che mi permetterà di entrare in te. Voglio che tu sappia che ogni volta che m’inviterai, verrò realmente. Io sarò sempre lì, senza fallo. Silenzioso, invisibile, vengo, ma con l’infinito potere del mio amore». Non è raro infatti che ci si scoraggi dopo un iniziale generoso slancio, cadendo nella trappola del fermarsi e assopirsi (+ Antonino Raspanti, in Semi di contemplazione n. 245).