«Il respiro di Dio aleggiava sulle acque» (Gen 1,2) Il respiro, il soffio, lo spirito, la vitalità di Dio è all’origine del mondo e dell’umanità. L’emergenza sanitaria Covid-19 ci ha fatto ri-scoprire che cosa significhi davvero respirare: la più automatica tra le azioni che ogni giorno compiamo è improvvisamente uscita dall’ombra dell’abitudine. Abbiamo imparato a studiare il nostro respiro, a sorvegliarlo, a temere quello degli altri. Immaginarci incapaci di respirare ha significato immaginarci privati di noi stessi, perché dal primo vagito all’ultimo fiato la nostra esistenza è il nostro respiro. Tutte le grandi tradizioni filosofiche e spirituali hanno nelle fondamenta il respiro: lo pneuma della grecità classica, l’alito vitale che Dio insuffla nell’uomo, il prana della tradizione indiana... l’essere umano ha accolto il respiro dell’infinito e da quella prima inspirazione non ha più smesso di prendere e di restituire, di ossigenare mente, spirito e corpo nella ricerca di orizzonti più vasti. Il respiro ha in sé una doppia natura intrinseca nel suo ritmo: un’inspirazione, per portare il fuori dentro di noi, e un’espirazione, per rendere in visioni, parole e pensieri ciò che abbiamo preso. Il respiro dà inizio alla creazione e alla creatività. Il respiro muove il profeta. Il respiro muove l’avventura umana e supera la morte. Il respiro è il frutto dell’amore più grande. La collana ha l’obiettivo di proporre testi e autori in grado di far respirare il lettore per ossigenare mente, volontà e cuore con la potenza dell’alito (Ruah) di Dio.