"Scriverò solo qualche parola, così come essa mi esce dal cuore. Scrivo con le mani legate, ma è meglio così che se fosse incatenata la volontà. Talvolta Dio ci mostra apertamente la sua forza, che egli dona agli uomini che lo amano e non preferiscono la terra al cielo. Né il carcere, né le catene e neppure la morte possono separare un uomo dall'amore di Dio e rubargli la fede e la sua libera volontà. La potenza di Dio è invincibile". (Franz Jagerstatter). Con questa lettera, Franz Jagerstatter prende commiato dai suoi cari e dalla vita. È il 9 agosto 1943 e sta per essere ghigliottinato nel carcere di Berlino Tegel per aver rifiutato l'arruolamento nell'esercito nazista. Franz fa il contadino e ha 36 anni, è sposato con Franziska ed è padre di tre piccole bambine e vive in Austria a St. Radegund, tra Salisburgo e il confine con la Germania. Egli non è né colto né politicizzato ma è riuscito a resistere all'ideologia nazista ed alla fortissima pressione dell'ambiente in cui viveva facendo obiezione di coscienza contro il male e la violenza, incarnati dall'ideologia nazionalsocialista. Le 139 lettere raccolte in questo volume coprono gli anni dal 1940 al 1943 e mostrano, attraverso le vicende della vita quotidiana, il maturare della riflessione di Franz e il formarsi della convinzione dell'inconciliabilità tra l'essere cristiano e il far parte del progetto di morte hitleriano. Da esse emerge l'amorevole sollecitudine della giovane Franziska nei confronti del marito. È proprio il grande amore che prova per Franz che la porta a non mettere in discussione, unica fra tutti, la sua decisione, anche se essa sarà per lei causa di difficoltà e fatiche nel crescere, da sola, le tre figlie e nell'affrontare i pregiudizi dei compaesani. Soltanto nel 2007 la Chiesa cattolica ha dichiarato Franz beato e i vescovi austriaci lo hanno riconosciuto "martire della coscienza" e "testimone del discorso della montagna".