Frutto del Colloquio che ha inaugurato un progetto di ricerca pluriennale sui testi del Nuovo Testamento “within Judaism” (ovvero come letteratura giudaica), il volume ne raccoglie i contributi discutendo i cambiamenti di paradigma in atto nell’esegesi neotestamentaria e nella storiografia delle origini cristiane e del giudaismo del Secondo Tempio. Se, da un lato, mette in discussione l’efficacia euristica della metafora della “separazione delle vie” per rappresentare il complesso processo di identificazione e differenziazione dei credenti in Gesù, men che mai nell’arco temporale che vede la genesi dei testi neotestamentari, dall’altro suggerisce l’opportunità di guardare alla storia della relazione tra seguaci di Gesù e (altri) Giudei, nel mondo greco-romano, come storia intrecciata e condivisa che meglio può essere rappresentata attraverso il ricorso a una molteplicità di metafore (ad esempio quella delle “reti”, come nella network perspective) e a modellizzazioni flessibili e complesse. Esamina criticamente l’uso di classificazioni anacronistiche o di nozioni essenzialiste di identità e di etnicità, considerando i testi del Nuovo Testamento espressione dei possibili diversi modi di “negoziare” l’identità giudaica e i suoi confini in epoca romana, quelli appunto dei seguaci di Gesù. Emerge il potenziale culturale e teologico di un processo di ricezione dei testi del Nuovo Testamento inversamente proporzionale a quello che, a partire dalla metà del II secolo d.C., ne ha interpretato il messaggio in termini sostitutivi.