Nei venti secoli della sua storia il cristianesimo ha conosciuto mistici e pensatori per i quali le immagini tradizionali del Divino costituiscono un muro più che ponte: celebre il “Prego Dio che mi liberi da Dio” di Maestro Eckart.
Anche il gesuita belga Roger Lenaers si inserisce in questo filone di “atei” per amor di Dio: credenti e teologi per i quali le costruzioni teologiche – umane, troppo umane – annebbiano l’esperienza religiosa accessibile a ogni uomo e a ogni donna della Terra, indipendentemente dalla “religione” di appartenenza.
In queste pagine egli espone – sia pur con tono mite, quasi sommesso – dei contenuti esplosivi: non solo per destrutturare, ma anche e soprattutto per aprire orizzonti nuovi fondati su una rilettura esegeticamente corretta dei testi biblici.