Capire è un esercizio dell’uomo. Molteplici sono le strade che conducono a capire. Ci posso arrivare con il cuore, con la mente, con l’anima, con la pancia, con i piedi. Ognuna di esse è una consegna, una scoperta. Capire il nuovo è un esercizio dell’uomo appassionato dell’umano. Il nuovo non è mai nemico, ma amico e opportunità di cammino aperto. Capire il nuovo è un esercizio dell’uomo appassionato di Dio. Un capire che matura in una relazione creatore-creatura. Capire il nuovo è un esercizio dell’uomo in ricerca, del dubbioso, di colui che sta sulla soglia con animo assetato di sguardo profondo. Capire il nuovo è un esercizio necessario nel tempo attuale, nelle dinamiche della società e della Chiesa, del piccolo borgo e della metropoli. Capire il nuovo è l’esercizio a percorrere con animo fiducioso e coscienza dilatata tutto ciò che è inedito, inatteso nel tempo attuale. Capire il nuovo è un esercizio che valorizza il passato, responsabilizza il presente, crede nel domani.